Gabriele Perretta
La tecnica dellimmagine, il concetto alla seconda
Se si accetta il significato complesso della parola tecnologia
proposto negli ultimi anni da alcuni artisti italiani, si nota che
larte è quellinsieme di idee e di ricerche formali
riguardanti la realizzazione teorico-pratica dellimpegno comunicazionale.
Il prologo della tecnologia in opera si può far
risalire alla crisi del linguaggio concettualistico più elementare.
Nel regime dellaccademia degli anni Settanta tutta la comunicazione
era spesso risolta per enunciazione di strumenti, per immaterialità
di oggetti, per merito di una utilizzazione a/fisica della traccia
tecnologica; con laffacciarsi della crisi di un linguaggio troppo
autoreferenziale e fine a se stesso, alcuni artisti italiani insieme
ad altri che si muovono in territori contigui tentano la strada di
visualizzare una fisicità del codice mediale che passa attraverso
lutilizzazione, a volte anche smodata, volutamente fieristica
e carnevalesca, della tecnologia.
Perchè tutto questo? Perchè è così che
si acquista ancor di più la coscienza che il capitale attraverso
questi strumenti è in festa, compone il suo requiem per integrarsi
nello spettacolo.
Nello scenario di questa dialettica e di questa conflittualità
si pone anche il lavoro di Tullio Brunone, un artista che da molti
anni non disdegna di utilizzare lo strumento dellinstallazione
elettronica come unificazione e contesto creativo della propria opera.
Tullio Brunone é operativo sin agli anni Settanta e, proprio
in quegli anni fatidici per noi tutti, ha sperimentato i tratti più
mentali della strategia dellinformazione, per poi passare alla
necessità ed alla determinazione di introdurre nel disegno
dellopera quelle possibilità più risolutamente
elettroniche.
Cè un pregiudizio di fondo che muove la critica meno
attenta sulla questione dellutilizzo della tecnica. Essa nella
sua accezione più schietta e più fisicamente orientata
alla corporeità del mezzo telematico si affida alla capacità
ed alle energie del singolo artista che vuole trasformare il gioco
tecnologico in uno degli elementi intertestuali della comunicazione.
Tullio Brunone è uno di questi.
Lartista milanese con la partecipazione a diverse mostre internazionali
che si sono occupate di una certa estetica tecnologica, tra cui alcune
che ho curato io stesso in questi ultimi anni, ha concentrato la sua
attenzione sul concetto di tempo, di spazio, di multimedialità,
di linguaggio elettronico, etc......
In Brunone, come in altri artisti che si muovono su questo versante,
la confluenza dei linguaggi nellinterattività, nellapprofondimento
dello spazio virtuale, nel coinvolgimento del software interattivo,
assume i connotati di vera globalità linguistica.
Tra gli artisti che si muovono in Europa su questo versante, Brunone
assume una conformazione particolare proprio per aver perfezionato
la nozione di Soglia. Prendiamo per esempio il lavoro presentato a
Gallarate in occasione della ricognizione italiana su Arte e
Digitale: Linstallazione interattiva si intitolava Threshold
e consisteva in una forma di trittico per suono, disegno, voce e scrittura
che stimolava il fruitore a partecipare alla simultaneità proiettiva.
Con una rosa di materiali impiegati, quali il neon, il computer, il
videoproiettore, lalluminio, il plexiglas e limpianto
Midi si offre la provocazione di unazione che è data
dalla presenza dello spettatore nellambiente estetico collaudato
dallartista.
Tale esempio ci conferma che siamo di fronte ad un linguaggio non
propriamente attestato sulla singolarità, ma che volontariamente
si posiziona sulluso di strumenti a dir poco oggettivi che producono
delle reazioni comunicative abbastanza massificabili.
Anche tale risultato è una conseguenza naturale della ricerca
scelta dallautore in questione.
Siamo di fronte ad una creatività che compie il viaggio attraverso
quelluniverso di strumenti che per allontanarsi dal corpo della
tecnologia ha bisogno di attraversarlo tutto, piegandolo involontariamente
a gesti elementari.
Gabriele
Perretta